LE BUGIE HANNO LE GAMBE LUNGHE

di Antonello Coggiatti

PERSONAGGI:

GINEVRA

ODOACRE

ILARIA

BRUNO

PRIMO ATTO

Scena 1

All’apertura del sipario ci sono in scena Odoacre e Bruno, sono nel cantiere dove lavorano. Mentre parlano, Odoacre, mette a posto gli attrezzi da elettricista.

ODOACRE: (Facendo il verso a un‘altra persona.) …Faccio il fabbro, il muratore, l’idraulico, l’elettricista… (Torna alla sua voce.) Una cosa gli avevo chiesto: doveva montare una presa; neanche quella!

BRUNO: Avrà sentito la pressione della responsabilità…

ODOACRE: Ma che pressione?! Ha fatto una cazzata perché non è capace!

BRUNO: Sei troppo severo sul lavoro.

ODOACRE: Sul mio lavoro sì. Se gli altri sono incapaci sì. Se è responsabilità mia…

BRUNO: (Finisce la frase al suo posto.) Sì!

ODOACRE: Ecco!

BRUNO: Sai come si dice no?! Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna!

ODOACRE: Bello! Tu di quale categoria faresti parte?

BRUNO: Io sono l’eccezione!

ODOACRE: Giusto. Come ho fatto a non pensarci?!

BRUNO: Io so fare e insegno.

ODOACRE: E chiacchieri! E pure tanto!

BRUNO: Q. B.

ODOACRE: Q. B.?

BRUNO: Quanto basta! Vedi: ci sono quelli che parlano tanto senza dire nulla, quelli che non parlano anche avendo tanto da dire e poi ci sono io. Io sono l’eccezione! Parlo il giusto dicendo il necessario!

ODOACRE: Se lo dici tu!

BRUNO: Certo che lo dico io! (Pausa.) Mi ha chiamato Mauro prima, ha detto che tra un paio di settimane inizia un nuovo cantiere e gli serve un elettricista.

ODOACRE: E tu che gli hai detto?

BRUNO: Che te lo avrei detto!

ODOACRE: E lui che ha detto?

BRUNO: Cosa pensi che abbia detto?

ODOACRE: Bruno...

BRUNO: Ambasciator non porta pena.

ODOACRE: Parli chiaro per cortesia? Cosa vuol dire?

BRUNO: Non ti incazzare.

ODOACRE: Non sono incazzato.

BRUNO: È che in questo cantiere ci starete almeno due anni.

ODOACRE: Buono!

BRUNO: È a Milano.

ODOACRE: No buono!

BRUNO: È lavoro.

ODOACRE: È lontano! No, non ci posso andare! Non adesso.

BRUNO: Tra due settimane?

ODOACRE: Neanche! Ho finalmente finito di ristrutturare casa, ho fatto le corse per finire entro settembre, non posso partire per due anni!

BRUNO: Casa non si muove mica.

ODOACRE: Nemmeno Ilaria! Che fa, viene a Milano con me per due anni? Non credo proprio.

BRUNO: Ecco su questo c’è una cosa…

ODOACRE: Ho finito casa per noi! Per me e Ilaria. Ora finalmente posso lasciare l'appartamento in cui vivo in affitto e andare a vivere insieme a lei.

BRUNO: Il padre non approva la convivenza.

ODOACRE: Niente convivenza: io me la sposo!

BRUNO: Sicuro?

ODOACRE: Certo! La farò entrare in casa bendata, quando toglierà la benda e vedrà la casa piena di candele e me in ginocchio con l’anello di fidanzamento non potrà dire di no!

BRUNO: Eh no!

ODOACRE: Non è un giorno che stiamo insieme, credo che se lo aspetti anche.

BRUNO: Mah, tutto è possibile.

ODOACRE: Mi dispiace ma per Milano vi devo lasciare soli.

BRUNO: Io a Milano non ci andrò.

ODOACRE: Perché?

BRUNO: Per l’idraulica c’era un altro appalto, hanno preso un’altra ditta.

ODOACRE: Mi dispiace.

BRUNO: A me no! La ditta mi fa lavorare su altri cantieri qui a Roma. Non mi andava proprio di spostarmi.

ODOACRE: Allora rimaniamo a Roma tutti e due.

BRUNO: Magari sì!

ODOACRE: Perché magari?

BRUNO: Chi può dirlo. Non si sa mai nella vita.

ODOACRE: Come sei pessimista!

BRUNO: Non sono pessimista, sono possibilista. Valuto tutte le possibilità.

ODOACRE: Questa aveva un fondo di pessimismo.

BRUNO: Ma io non sono un pessimista. Io sono l’ecce…

ODOACRE: L’eccezione!

BRUNO: Ecco!

ODOACRE: Eccezionalmente presuntuoso!

BRUNO: (Ci pensa.) È comunque una qualità!

Scena 2

Casa di Odoacre, la casa è spoglia, senza mobilia. Odoacre sistema a terra delle candele, si guarda intorno, esce. Torna in scena con Ilaria bendata.

ILARIA: (Da fuori.) Ahi! Mi vuoi avvertire che c’è il gradino?!

ODOACRE: (Entrano.) Scusa! (La conduce al centro del palco, le si inginocchia davanti e apre la scatolina dell’anello.)

ILARIA: Eh, scusa! Mi fai aspettare non so quanto in macchina, oltretutto bendata, cerchi di ammazzarmi con uno scalino non segnalato e pretendi anche che ti scusi?!

ODOACRE: Ci spero. Togli la benda!

ILARIA: (Toglie la benda dagli occhi.) Ma che? Dove siamo?

ODOACRE: Vuoi sposarmi?

Ilaria scoppia in lacrime e scappa via. Odoacre rimane a bocca aperta.

Scena 3

Milano. Tavola calda, Odoacre è seduto da solo a un tavolo e racconta la storia a una cameriera (Ginevra).

ODOACRE: Tutto questo è successo un anno e mezzo fa. Inizialmente credevo fossero lacrime di gioia… Ovviamente mi sbagliavo. Così ho chiamato Mauro e sono partito per Milano. Un anno e mezzo e la mia vita è ancora a pezzi! Mi sembra quasi di vederli.

GINEVRA: Senti coso… Come ti chiami?

ODOACRE: Odoacre.

GINEVRA: Come i biscotti?

ODOACRE: Quelli sono i Loacker! La storia del mio nome è un po' complessa, ma se vuoi te la racconto.

GINEVRA: Veramente...

ODOACRE: Mio padre, pace all’anima sua, era un fissato della Roma, sapeva tutto dei giocatori, anche la data di nascita, io sono nato il 28 maggio come Chierico così mi ha chiamato Odoacre! L’anno dopo è nato mio fratello, il 13 marzo come Conti e l’ha chiamato Bruno.

GINEVRA: Che carino…

ODOACRE: Bruno è sempre stato il preferito, papà diceva “Oh, lui ha vinto pure il mondiale!”

GINEVRA: Molto interessante ma…

ODOACRE: (La interrompe.) Avevo comprato quella casa a Massimina, al tredicesimo chilometro dell’Aurelia, appena fuori Roma. Io e Ilaria siamo cresciuti lì, è un posto tranquillo e a differenza di trent’anni fa trovi tutti i negozi che ti servono, in poco tempo arrivi a prendere la metro ma non hai il caos della città! È un buon posto per crescere dei figli!

GINEVRA: Che culo!

ODOACRE: Non volevo stare in condominio e trovare questa casa indipendente per me è stato un sogno. C’è anche il giardino! Era da ristrutturare, è vero, ma alla fine l’ho fatta bene.

GINEVRA: Bravissimo, ma vedi noi…

ODOACRE: L’idea di rientrarci dopo quel rifiuto bruciante è insopportabile. Quando sono partito ho lasciato il mio vecchio appartamento quindi ora ho solo quella casa e man mano che passano i mesi sale l’angoscia di dover tornare a Roma e rientrarci.

GINEVRA: Mi dispiace ma…

ODOACRE: La devo vendere! Non c’è altra soluzione. Non posso tenerla né affittarla perché continuerei a pensare a quella sera, l’unica cosa da fare è venderla!

GINEVRA: Il ristorante sta chiudendo!

ODOACRE: (Finalmente si rende conto della situazione.) Oh, scusami! Mi dispiace, vi ho fatto fare tardi.

GINEVRA: Non ti preoccupare, sono abituata.

ODOACRE: Posso farmi perdonare.

GINEVRA: Non ce n’è bisogno. Perdonato.

ODOACRE: Ma no dai. Seriamente. Non sono sempre così triste, te lo assicuro; è solo che questa sera sono entrato nel tunnel patetico.

GINEVRA: Ti capita spesso?

ODOACRE: No.

GINEVRA: Allora sono stata proprio fortunata!

ODOACRE: Aspetto che stacchi e ci andiamo a prendere una cosa da bere.

GINEVRA: Non esco con i clienti.

ODOACRE: Politica del locale?

GINEVRA: Politica mia!

ODOACRE: Fai conto che io non sono stato qui.

GINEVRA: Hai ragione, non sei sempre triste, sei anche fastidioso.

ODOACRE: Offro io.

GINEVRA: Ma interessante. Aspettami fuori, ci vediamo tra dieci minuti.

Scena 4

Roma. Ilaria è al telefono.

ILARIA: Amore… Amore ascolta… Amore no… Eh no! Non glielo puoi dire! …Sì ti senti malissimo e lo so ma se glielo dici… Lo so che è passato un anno e mezzo ma lui è… Proprio per questo non capirebbe, non credi?! …E lui reagirebbe ancora peggio, fidati… Certo che lo conosco bene. Ci siamo messi insieme che avevo quindici anni, un po’ ho imparato a conoscerlo! …Ok, va bene… Sì, anche io. Ci vediamo dopo… Sì anche tu mi manchi… Ciao amore. ciao, ciao, ciao. (Chiude la telefonata.) Mamma mia, questa situazione mi uccide!

Scena 5

Milano. Pub. Odoacre e Ginevra entrano e si vanno a sedere sugli sgabelli al bancone.

GINEVRA: …Sono a Milano da tre anni ma mi ha un po’ stancata. Non la città in sé, qui ci sto bene; sono io che sento spesso l’esigenza di cambiare aria.

ODOACRE: Io no.

GINEVRA: Perché ti sei cullato sulle tue sicurezze senza accorgerti che il mondo ti si stava sgretolando sotto i piedi. Ma è tipico di voi uomini.

ODOACRE: Che mi fai il discorso femminista?

GINEVRA: No. Sottolineavo la realtà dai fatti: tra uomini e donne ci sono evidenti differenze fisiche e mentali, questa è una di quelle!

ODOACRE: Grazie per la lezione di antropologia.

GINEVRA: Sai cosa vuol dire antropologia?

ODOACRE: Faccio l’elettricista, non sono ebete!

GINEVRA: No infatti. (Cambiando argomento.) Cambio città da quando avevo diciotto anni. Ho vissuto a Napoli, a Bologna, a Genova…

ODOACRE: E di dove sei invece?

GINEVRA: Non sono di nessun posto. Anche se sono nata in una città non la sento come casa mia.

ODOACRE: Quindi niente radici!

GINEVRA: E chi lo ha detto?! Radici sì, città no! Guarda che ce li ho i genitori! (Si rende conto della gaffe.) Scusa.

ODOACRE: Fa niente.

GINEVRA: (Pausa di imbarazzo.) È una fortuna che ti ha lasciato.

ODOACRE: Ilaria?

GINEVRA: Sei stato con altre?

ODOACRE: In realtà no.

GINEVRA: Allora è lei! Da come me ne hai parlato non siete fatti per stare insieme, non capisco come avete fatto a durare tutti quegli anni! Sarà che eravate l'uno il primo dell’altra ma siete stati insieme troppo tempo! Considerando quanto siete diversi…

ODOACRE: Gli opposti si attraggono, eravamo complementari.

GINEVRA: No, eravate diversi e basa! Lo so. Tu ora penserai “ma cosa ne sa questa, mi conosce appena e non conosce per nulla Ilaria”. Fidati. Si sente da come ne parli. Magari aveva anche un altro!

ODOACRE: Eh no! Non ti permetto di…

GINEVRA: Distruggere l’immagine angelica della donna che ti ha mollato come un imbecille?!

ODOACRE: (Sospira.) Io almeno mi sono messo in gioco. Tu invece scappi alla prima difficoltà.

GINEVRA: È così che mi vedi?

ODOACRE: Si sente da come parli di te stessa!

GINEVRA: Hum... Forse hai ragione. Mi piacerebbe mettermi in gioco!

ODOACRE: Mi piacerebbe scappare!

GINEVRA: Tu sei un passo avanti a me però: sei qui a Milano!

ODOACRE: E tra sei mesi devo tornare. La mia è stata una deviazione, non una fuga! È come se avessi messo un piede fuori dalla porta sapendo che dovevo rientrare.

GINEVRA: Perché gli incasinati si incontrano sempre?

ODOACRE: Per condividere i loro casini!

GINEVRA: Oh, beh! E tra sei mesi cosa farai?

ODOACRE: Bella domanda. Penso che tornerò a Roma e venderò la casa. Non posso abitarci o darla in affitto, mi ricorda cose brutte. Ma pagarci sopra le tasse a vuoto non mi va!

GINEVRA: Peccato, da come me ne hai parlato non deve essere male.

ODOACRE: Infatti no, è proprio una bella casa.

GINEVRA: Mi piacerebbe vederla.

ODOACRE: (Prende carta e penna.) Ti scrivo il mio numero di telefono e l’indirizzo così se passi a Roma prima che la vendo te la faccio vedere anche dentro, se invece l’ho già venduta almeno la puoi vedere da fuori. (Finisce di scrivere, le da il biglietto.) Quale sarà la prossima città?

GINEVRA: Non so. Magari Roma!

Scena 6

Roma. Bruno è al telefono.

BRUNO: Non so per quanto ancora potrò resistere! Tu mi dici calmo, stai calmo, mantieni la calma! Io non ce la faccio, io glielo dico!… No?!… Ma io sto malissimo!… Magari non ci pensa più, è passato un anno e mezzo!… Mio fratello!… Ma senti come sto?! Sto male!… Cosa ne sai?! Tu non lo conosci come… Però glielo dobbiamo dire, tra sei mesi torna e non possiamo… Hai detto va bene, hai detto va bene! Ecco perché ti adoro!… Sì, ci vediamo dopo. Mi manchi. Io ti manco?… Ciao amore, ci vediamo dopo. Mi manchi amore mio! Sei sempre nei miei pensieri! (Chiude la telefonata.) Mamma mia, questa situazione mi uccide!

Scena 7

Milano. Casa di Ginevra. Mattina. Ginevra e Odoacre sono nel letto sotto le coperte. Odoacre alza un braccio da sotto le coperte, guarda l’ora sull'orologio.

ODOACRE: Oh cazzo! (Si alza dal letto.) Cazzo! (Prende i pantaloni e se li infila.) Cazzo! (Guarda di nuovo l'orologio.) Cazzo! (Prende una scarpa e cerca l’altra.)

GINEVRA: (Si alza a sedere puntellandosi sulle braccia.) Buongiorno!

ODOACRE: (Continuando a cercare la scarpa.) Scusa! Ti ho anche svegliata. Hai visto l’altra scarpa?

GINEVRA: (Si guarda un po’ intorno, poi indicando il suo lato della stanza.) Di qua!

ODOACRE: Grazie! Sono in ritardo. Scusa, non vorrei scappare, ma sono in ritardo e…

GINEVRA: Lo hai già detto.

ODOACRE: Ti giuro, io non sono uno di quelli che scappano la mattina… In questo caso devo, ma solo perché…

GINEVRA: Sei in ritardo!

ODOACRE: Scusa. Per me è difficile, non pensavo che sarei stato… Cioè, per me tu sei la prima dopo… Non credevo avremmo fatto...

GINEVRA: Capito!

ODOACRE: Ecco adesso penserai che sono uno stronzo!

GINEVRA: Da ieri sera ho pensato tante cose ma non questo

ODOACRE: Mi faccio sentire. Ti prometto che mi faccio sentire. Io non dico una cosa se poi non la penso. Mi faccio sentire. Ora però devo… Mi faccio sentire!

Odoacre va sulla sinistra del palco, rimane in buio. Ginevra rimane sola.

GINEVRA: Ha detto che si fa sentire!

Buio su Ginevra, luce su Odoarce.

ODOACE: Non le ho chiesto il numero di telefono!

Scena 8

Roma. Casa di Bruno. Ilaria entra in scena arrabbiata con solo un lenzuolo a coprirla. Bruno la segue con indosso solo le mutande.

ILARIA: Bruno basta! Non si può parlare sempre di Odoacre! È pure cacofonico!

BRUNO: Lo so, ma a me viene l’ansia!

ILARIA: E a me che non ce l’ho la fai venire! Non posso avere l’incubo che quando iniziamo a baciarci e a strusciarci sul letto tu pensi a tuo fratello e non funzioni!

BRUNO: Non era mai successo prima!

ILARIA: Prima?! È una settimana che andiamo avanti così!

BRUNO: Ti giuro che…

ILARIA: Ma che giuri?! Cosa? Bruno voglio essere chiara con te: tra di noi è cominciato tutto per caso, all’inizio era molto eccitante per me stare con due fratelli, io non avrei cambiato nulla ma Odoacre ha rovinato tutto con quella casa! Ora: sono sempre in tempo per lasciare anche te. Cosa vuoi fare?

BRUNO: Funzionerò! Io funzionerò!

ILARIA: (Sospira.) Davvero?

BRUNO: …Funzionerò!

ILARIA: Torniamo in camera!

Scena 9

Milano. Odoacre è fuori dalla tavola calda, è chiusa, cerca di parlare con un ragazzo al suo interno.

ODOACRE: Scusa!… Scusami!… Ciao!… Sì, lo so che è chiuso. Sto cercando Ginevra… Ginevra!…Come?!… Non sento, o apri la porta o parli più forte!… Non c’è?!… Dov’è?… Se n’è andata?! E dove?… Che vuol dire non lo so?… Quando è successo?!… Due giorni fa… Conosci qualcuno a cui posso chiedere?… Un numero di telefono?… Niente?!… Lavorava qui e nessuno sa come contattarla?... Grazie, grazie comunque! (Si allontana dalla vetrina.) Vuoi vedere che ha cambiato città un’altra volta… E se fosse colpa mia?! Stupido, stupido, stupido! Sono un cretino!

Scena 10

Roma. Esterno casa Odoacre. Ginevra entra con una valigia, si ferma davanti alla casa e se la guarda sorridente. Poco dopo entra Ilaria da destra diretta verso sinistra, mentre cammina da un’occhiata di sfuggita a Ginevra, poi si ferma e la guarda di nuovo. Si avvicina a lei. Ginevra la nota, si guardano, poi torna a guardare la casa.

ILARIA: Bella casa eh!

GINEVRA: Già!

ILARIA: Un po’ isolata.

GINEVRA: Sì, ma neanche tanto, due minuti a piedi dalla fermata dell’autobus.

ILARIA: Già la conosceva?

GINEVRA: La casa?! Ne avevo sentito parlare.

ILARIA: Oh beh, qui intorno ne parlano un po’ tutti… Ma lei non è di qui, giusto?

GINEVRA: No!

ILARIA: Ecco! Speravo che questa storia non fosse arrivata chissà dove e invece anche il pettegolezzo di un piccolo centro come questo corre come il vento.

GINEVRA: Sì, i piccoli centri sono i peggiori per queste cose.

ILARIA: Le voci corrono, le persone parlano e in poco tempo sei additata come la peggiore persona che sia mai esistita.

GINEVRA: Ti portano all’esasperazione, ti viene voglia di andartene.

ILARIA: Fortunatamente ancora no!

GINEVRA: Io sono convinta che ogni tanto bisogna cambiare: cambiare vestito, cambiare auto, cambiare casa, cambiare città!

ILARIA: Cambiare uomo!

GINEVRA: Anche uomo certo!

ILARIA: Magari fosse così facile…

GINEVRA: Basta volerlo.

ILARIA: Sa che lei è simpatica.

GINEVRA: È quello che ho pensato subito di lei!

ILARIA: Perché ci stiamo dando del lei?

GINEVRA: Hai ragione, diamoci del tu. Siamo coetanee no?!

ILARIA: (Tende la mano a Ginevra.) Ilaria!

GINEVRA: (Stringendo la mano a Ilaria.) Ginevra!

ILARIA: È bello incontrare persone nuove; qui sono più quelli che se ne vanno di quelli che arrivano; il posto è piccolo e non c’è lavoro per tutti.

GINEVRA: Dove sono nata io è uguale. Tutti i miei amici d’infanzia sono sparsi per l’Italia tra università e lavori vari. Ormai non sento più nessuno.

ILARIA: Sì anche qui i ragazzi, gli amici con cui sono cresciuta… Non ne sono rimasti tanti. (Guarda la casa.) Tra qualche mese dovrebbe tornare ma è un anno e mezzo che anche Odoacre…

GINEVRA: Conosci Odoacre?

ILARIA: Direi proprio di sì! Era il mio… Sì insomma il mio… Il proprietario di questa casa! Tu come lo conosci?

GINEVRA: Beh è una storia un po’ assurda, solo a raccontarla… Io volevo vedere… Lui mi aveva parlato di… È difficile trovare il modo di parlarne. Eravamo lì seduti quando… Sono sua moglie! (Pausa. Ilaria rimane a bocca aperta, non riesce a parlare.) Tutto bene?

ILARIA: Io sono Ilaria!

GINEVRA: Sì, me lo hai detto prima.

ILARIA: Ilaria!

GINEVRA: Ilaria! (Capisce.) Ilaria?! Scusami, non avevo capito. Ilaria! Come stai?

ILARIA: Stordita!

GINEVRA: Scusa, non volevo… Se avessi saputo io…

ILARIA: No, no. Non dire nulla. Non potevi sapere! Sua moglie?!

GINEVRA: (Un po’ titubante.) Già!

ILARIA: E quando vi siete sposati?

GINEVRA: È successo tutto così all’improvviso… Ci siamo incontrati per caso in una tavola calda e puff! È successo!

ILARIA: Sì ma quando?!

GINEVRA: Quando dici?… Pochi mesi fa.

ILARIA: E Bruno?

GINEVRA: Chi?

ILARIA: Il fratello!

GINEVRA: Abbiamo preferito tenere le famiglie a distanza di sicurezza… Sai come vanno queste cose no?!

ILARIA: No!

GINEVRA: È stata una cosa talmente veloce che abbiamo voluto vedere prima se avrebbe funzionato!

ILARIA: Una convivenza no?!

GINEVRA: Io non credo nella convivenza. Sì, vivi insieme, ma in fondo puoi andartene quando vuoi, come quando vai a letto con un ragazzo conosciuto la sera stessa e la mattina dopo fugge via!

ILARIA: Come?

GINEVRA: Questa è la sensazione che mi da. È brutto!

ILARIA: Beh, se la metti così. (Pausa.) Senti, io ho bisogno di digerire questa notizia, faccio una passeggiata verso casa.

GINEVRA: Posso chiederti una cosa?

ILARIA: Certo.

GINEVRA: È un po’ imbarazzante ma proprio non so come fare.

ILARIA: Cosa?

GINEVRA: Non ho le chiavi di casa. Le ho dimenticate e…

ILARIA: Oh. Credo di poterti aiutare, Bruno ha dimenticato le sue a casa mia!

GINEVRA: Sì?!

ILARIA: (Imbarazzata.) Era passato a salutarmi, gli ho offerto un caffè e… Vogliamo andare?! Prima prendiamo le chiavi, prima entri in casa!

Scena 11

Milano. Odoacre è in cantiere, sta parlando con un collega.

ODOACRE: Io non faccio queste cose, non io… È per questo che ci sto male! Ho sempre criticato quelli da una botta e via, quelli che dopo non si fanno più sentire e ora sono diventato uno di loro… Sì, magari non era la donna della mia vita, ma non è per lei, è per me… L’ho cercata, l’ho cercata! Non sono rimasto con le mani in mano, sono andato alla tavola calda e a casa: niente! L’ho cercata per due settimane, io… No, non sono a posto con la coscienza però ci ho provato… Sì, magari è un segno, è stato solo per una notte ma è servito per superare la storia con Ilaria… No, non posso saperlo con certezza, posso solo sperare che sia così altrimenti non dormo la notte!

Scena 12

Roma. Casa di Odoacre. Ginevra entra in scena con l’aspirapolvere, canta. Dopo un po’ suona il citofono.

GINEVRA: Un attimo! (Spegne l’aspirapolvere, la poggia al muro e va al citofono.) Sì?!

BRUNO: (Da fuori.) Chi c’è?

GINEVRA: Io! Tu invece sei?

BRUNO: (Da fuori.) Io chi?

GINEVRA: Cominciamo male! Lo sai come funzionano i citofoni? Chi sta dentro chiede, chi sta fuori risponde! Se la risposta è buona il cancello si apre, altrimenti no! Ricominciamo: sì?!

BRUNO: Chi sei?

GINEVRA: Eh no! Non funziona così! Ciao! (Riappende il citofono. Torna verso l‘aspirapolvere, suona nuovamente il citofono. Lei torna al citofono.) Sì?!

BRUNO: (Da fuori.) Sono Bruno!

GINEVRA: Bravo, è così che si fa. Stai imparando! Bruno chi?

BRUNO: Il fratello di Odoacre!

GINEVRA: Ah!

BRUNO: Adesso mi dici chi c’è in casa?

GINEVRA: Entra pure! (Spinge il pulsante del citofono e apre il cancello.) Molto bene. Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, in fondo è già una settimana che sono qui. Calma, devo stare calma. (Si sente bussare alla porta.) Eccomi! (Va ad aprire la porta.)

BRUNO: (Entra di scatto sbattendo Ginevra dietro alla porta.) Dov’è? Dov’è?! Dove si è nascosta?

GINEVRA: (Spostando la porta.) Mi hai sbattuta dietro alla porta!

BRUNO: Oh, scusa… Allora?! Lei chi è? Cosa ci fa in questa casa?

GINEVRA: Capisco la tua sorpresa, la tua confusione. Prima o poi lo saresti venuto a sapere comunque… Avrei preferito che te lo avesse detto Odoacre ma ormai ci siamo, non possiamo nasconderci!

BRUNO: Di cosa stiamo parlando?

GINEVRA: Non è mai facile parlare di queste cose. Da dove comincio?

BRUNO: Dove ti pare, basta che mi spieghi!

GINEVRA: Lui mi ha salvata, lo sai?

BRUNO: Lui chi?

GINEVRA: Tuo fratello!

BRUNO: Ti ha salvata da cosa?

GINEVRA: Quando ci siamo incontrati per la prima volta alla tavola calda dove lavoravo sono stata aggredita.

BRUNO: Nella tavola calda?

GINEVRA: No! Dopo! Stavo tornando a casa, in quel periodo abitavo in un quartiere piuttosto malfamato, e proprio davanti al mio portone dei delinquenti hanno provato a rapinarmi. Odoacre è intervenuto con una rapidità e un coraggio incredibili!

BRUNO: Cosa ci faceva Odoacre lì?

GINEVRA: Una fortunatissima coincidenza: il suo appartamento era a due palazzi di distanza.

BRUNO: La ditta ha preso appartamenti in quartieri malfamati?!

GINEVRA: Lo sai che con la crisi si va a risparmio!

BRUNO: Poi cos’è successo?

GINEVRA: Insomma: arrivano questi tipi, uno mi blocca da dietro, uno mi prende la borsetta e il terzo controlla che non arrivi nessuno. E invece arriva Odoacre che ha visto la scena da poca distanza e subito viene in mio soccorso.

BRUNO: È sempre stato spericolato!

GINEVRA: Da' un calcio a quello che mi ha preso la borsa: era a terra, ci rovistava dentro, Odoacre gli da' un calcio alle costole, quello va giù lasciando la borsetta e tenendosi il fianco così tuo fratello gli prende la testa e gliela sbatte sul marciapiede: svenuto! Quello che mi aveva bloccata lo minaccia, gli dice che ha un coltello e che non ha paura a usarlo, ma Odoacre ancora più spavaldo gli dice di tirarlo fuori, il tipo mi butta da una parte e si avventa su tuo fratello che lo scarta con agilità e con un calcio manda a terra anche lui; ovviamente il coltello non ce lo aveva. Poi gli monta sopra, con le ginocchia gli immobilizza le braccia e lo riempie di pugni in faccia. (Facendo il gesto.) Bam! Bam! Bam! Bam! Insomma: in un attimo li ha sistemati tutti e due!

BRUNO: E il palo?

GINEVRA: Il palo?!

BRUNO: Quello che faceva da palo! Che ha fatto?

GINEVRA: Ah! Lui… Appena ha visto Odoacre entrare in azione è scappato. In fondo quelli che fanno il palo si sa…

BRUNO: Sempre impulsivo! È stato sempre impulsivo!

GINEVRA: L’idraulico più tosto di tutti i tempi!

BRUNO: Chi?

GINEVRA: Odoacre!

BRUNO: Ma fa l’elettricista, io sono idraulico!

PAUSA.

GINEVRA: Appunto! Dice che tu sei l’idraulico più tosto di tutti i tempi!

BRUNO: Davvero?! Che testa matta!

GINEVRA: Però mi ha salvata!

BRUNO: È vero! È stata una fortuna… Ma questo cosa c’entra con la casa? Perché lei è qui?

GINEVRA: Ecco, dopo che mi ha salvata l’ho invitato a salire da me, volevo offrirgli un tè ma non ne avevo così ho fatto una tisana ai lamponi…

BRUNO: (La interrompe.) È allergico ai lamponi.

GINEVRA: Per me! Mentre una camomilla… (Si interrompe in attesa di una reazione di Bruno.)

BRUNO: Una camomilla?

GINEVRA: Per Odoacre?!

BRUNO: Una camomilla?!

GINEVRA: È allergico?

BRUNO: No!

GINEVRA: Eh! Ha preso una camomilla!

BRUNO: Così?! Di sera?

GINEVRA: Ha detto che doveva calmarsi dopo quello che era successo!

BRUNO: Ok. Vai avanti!

GINEVRA: Abbiamo parlato tutta la notte e abbiamo scoperto di avere tantissime cose in comune.

BRUNO: Mi fa piacere!

GINEVRA: E abbiamo parlato, parlato, parlato…

BRUNO: Ma la casa?

GINEVRA: Ci sto arrivando. (Pausa.) A che punto ero?

BRUNO: Che parlavate.

GINEVRA: Ah già! E poi ci siamo sposati!

BRUNO: Mentre parlavate?

GINEVRA: Dopo! È successo tutto così in fretta, però abbiamo capito che eravamo fatti l’uno per l’altra!

BRUNO: Odoacre non mi ha detto nulla!

GINEVRA: Scusa. Io neanche te lo volevo dire.

BRUNO: Come?!

GINEVRA: Me lo ha chiesto lui. Però ti dovevo spiegare in qualche modo! Bruno, non prenderla nel verso sbagliato, volevamo solo vedere come sarebbe andata prima di dirlo…

BRUNO: È fantastico!

GINEVRA: L’hai presa bene!

BRUNO: E io che mi preoccupavo; finalmente l’ha superata, è andato avanti! Ora anche io potrò andare avanti: funzionerò di nuovo!

GINEVRA: Funzionerai?

BRUNO: (Ancora euforico, non pensa a quello che ha detto.) Sì!

GINEVRA: In che senso?

BRUNO: (Rendendosi finalmente conto.) Nulla, nulla! Quindi tu sei mia cognata!

GINEVRA: Sì! Ginevra, tua cognata!

BRUNO: E Odoacre?

GINEVRA: A Milano!

BRUNO: Ti ha mandata qui sola soletta?

GINEVRA: Beh, tra sei mesi torna. Ho un po’ di tempo…

BRUNO: Per cosa?

GINEVRA: (Pausa.) Per sistemare la casa. Sono venuta prima per sistemare la nostra casa.

BRUNO: Giusto, giusto! Non ti ho disturbata?

GINEVRA: Disturbata? Ma no!

BRUNO: Scusa l’incursione in casa io… Devo chiamare Odoacre!

GINEVRA: NO!… Ricorda che voleva dirtelo lui: non rovinargli il momento. Ci tiene.

BRUNO: Hai ragione, non ci ho pensato. Rimarrò con la bocca cucita fino a che non me lo dirà lui.

GINEVRA: E farai finta di essere sorpreso!

BRUNO: E farò finta di essere sorpreso!

GINEVRA: Bravissimo!

BRUNO: Grazie!

GINEVRA: Vuoi un caffè?

BRUNO: Grazie. (Escono verso la cucina.)

Scena 13

Milano. Cantiere, Odoacre sta parlando con un collega.

ODOACRE: Marco ho appena parlato con il capo e… Aumento?! Magari! Qui l’unica cosa che aumenta sono le preoccupazioni, i soldi rimangono sempre quelli. Comunque no! Ha detto che se continuiamo a questo ritmo potremmo riuscire a finire prima… Quella del premio di produzione è una leggenda, lo sai, ne parlano nei film americani ma io non l’ho mai visto neanche da lontano. Il guadagno del finire in anticipo sarebbe di tornare a casa prima da questo incubo grigio… No, da quando è iniziato il lavoro non sono mai tornato a casa, tu hai moglie e figli… Figlia?! Pensavo avessi due maschietti. Comunque, io non ho nessuno… Ho mio fratello, sì, lui lo sento sporadicamente per telefono e va bene così. Siamo sempre stati abbastanza autonomi. Quasi, quasi se torniamo prima gli faccio una sorpresa, mi presento a casa sua senza avvertirlo e lo porto a cena!

Scena 14

Roma. Casa Odoacre. Ginevra entra in scena con Ilaria, hanno una tazzina di caffè.

GINEVRA: …L’ascensore arriva, lui mi apre la porta da perfetto gentiluomo, stava aprendo anche le porte interne, mentre si gira io entro ma rimaniamo incastrati lì sulla porta. Io non avevo capito che voleva farmi passare per prima così mentre lui tornava indietro io ho provato a entrare e ci siamo bloccati. Eravamo l’uno di fronte all’altra, occhi negli occhi, respiravamo il nostro respiro… Ci siamo baciati!

ILARIA: È così strano.

GINEVRA: Cosa?

ILARIA: Romantico, appassionato… Sono cose che con lui non ho vissuto, forse perché ci siamo messi insieme che eravamo piccoli e inesperti, è stato il mio primo ragazzo.

GINEVRA: Sei stata molto fortunata.

ILARIA: Mi sembra che la fortuna sia tutta tua.

GINEVRA: Sono solo capitata nel posto giusto al momento giusto.

ILARIA: Il vostro mi sembra un amore da film, da romanzo, da favola…

GINEVRA: Anche noi abbiamo alti e bassi, solo che i bassi non li racconto.

ILARIA: Cosa può andare storto in una coppia come la vostra?! Voi vi amate.

GINEVRA: Sì, ci amiamo. Una sera, stavamo tornando a casa, gli ho chiesto: “Secondo te cos’è l’amore?”. Sai cosa mi ha risposto?

ILARIA: No, cosa?

GINEVRA: L’amore è quando torni a casa stanco dopo una giornata di lavoro, ti butti sul divano, guardi da lontano la cucina, hai fame, sai che ti dovresti alzare per cucinare qualcosa ma non hai la forza. Senti il rumore della chiave che gira nella serratura, la porta si apre e vedi lei con due pizze fumenti. Questo è l’amore.

ILARIA: L’amore è la pizza?

GINEVRA: Anche!

ILARIA: Non ci avevo mai pensato.

GINEVRA: Se preferisci altro…

ILARIA: No, no mi piace la pizza.

GINEVRA: Non è per forza pizza.

ILARIA: Basta che sia cibo da asporto?

GINEVRA: Beh sì!

Scena 15

Roma. Casa di Odoacre, Bruno entra con una busta in mano.

BRUNO: Ti ho portato un po’ di patate.

GINEVRA: Grazie, ma non dovevi!

BRUNO: Me le ha regalate la signora Pina, quella del mercato, ma per me sono troppe.

GINEVRA: È sempre troppo carina Pina e tu sei il cognato ideale.

BRUNO: Faccio quello che posso. Dove le metto?

GINEVRA: Poggia pure in cucina.

Bruno porta la busta in cucina poi torna.

BRUNO: Allora?! Hai finito di sistemare casa?

GINEVRA: Ci sono quasi.

BRUNO: Due mesi no?!

GINEVRA: Cosa?

BRUNO: Due mesi e anche Odoacre sarà qui.

GINEVRA: Oh sì, due mesi ancora. È stata dura questa lontananza ma è quasi finita!

BRUNO: Già! Fratellone e sorellina di nuovo insieme.

GINEVRA: Insieme!

BRUNO: …È un po’ che te lo volevo chiedere…

GINEVRA: Cosa?

BRUNO: Quando vi siete… Odoacre no?!… Come te l’ha fatta la proposta?

GINEVRA: Oh!

BRUNO: Insomma ha fatto il trio classico cioccolatini, fiori e anello oppure…

GINEVRA: Oppure!

BRUNO: Cioè?

GINEVRA: Ero alla tavola calda, avevo appena iniziato il turno; lui entra tutto sporco, aveva appena finito di lavorare, mi prende per mano e mi porta via, io cerco di oppormi, di spiegargli che devo lavorare ma lui non mi ascolta nemmeno. Mi trascina in macchina…

BRUNO: Quale macchina?

GINEVRA: La sua.

BRUNO: Non l’ha portata a Milano, è parcheggiata nel mio garage.

GINEVRA: Ma certo! Intendevo: ne ha affittata una!

BRUNO: E perché?

GINEVRA: Per la serata! Senza dire nulla mi porta in un atelier, lo aveva fatto rimanere aperto solo per me. Mi porta dentro, mi lascia con due signore gentilissime e va via. Le signore cominciano a farmi vedere e provare vestiti bellissimi ma non mi danno spiegazioni. Finalmente ne scelgo uno, sto per toglierlo pensando che lo incarteranno ma mi dicono di non spogliarmi e mettono nel sacchetto i miei vestiti da lavoro. Odoacre torna a prendermi vestito tutto elegante ma ancora non dice nulla!

BRUNO: Misterioso!

GINEVRA: Lo sai dove mi porta?

BRUNO: No, dove?

GINEVRA: A La Scala!

BRUNO: Che scala?

GINEVRA: La Scala di Milano, il teatro!

BRUNO: Odoacre odia il teatro!

GINEVRA: Il teatro era un mezzo.

BRUNO: Non capisco.

GINEVRA: Abbiamo visto “Lo schiaccianoci”, finito lo spettacolo ancora non ha detto una parola! Durante i ringraziamenti finali la musica si ferma, la prima ballerina fa un gesto e le portano un microfono. “Grazie a tutti” dice “vorrei fare un annuncio. Questa sera qui con noi ci sono due ragazzi molto speciali”

BRUNO: Chi erano?

GINEVRA: Aspetta. “Vorrei pregare Odoacre e Ginevra di salire sul palco”

BRUNO: E siete saliti?

GINEVRA: Odoacre mi ha preso per mano e siamo saliti sul palco. L’orchestra comincia a suonare una musica dolcissima, lui si inginocchia davanti a me e dice “Magari è una follia, ci conosciamo da poco, ma in questo tempo ho capito una cosa”.

BRUNO: Cosa?

GINEVRA: “Che voglio stare con te per il resto della mia vita!”

BRUNO: E tu che gli hai risposto?!

GINEVRA: Sì ovviamente, altrimenti non sarei qui!

Scena 16

Milano. Cantiere, Odoacre sta parlando con un collega.

ODOACRE: Io praticamente ho finito, anzi togli il “praticamente”: io ho finito!… Sì ci ho messo meno del previsto e… Gli impianti funzionano, ovvio. Non ho fatto le cose frettolosamente. Ho finito prima e basta… A casa sì… Torno, vendo, estinguo il mutuo e mi cerco un appartamento… grazie ancora per i pavimenti, qualcuno se li godrà di certo!… Se vuoi la vendo a te… No, nessun prezzo di favore, devo ripagarmi i lavori… Beh, forse la mano d’opera dei pavimenti potrei scontartela!

Scena 17

Roma. Casa di Odoacre. Ginevra è sdraiata sul divano, dorme. Odoacre entra in casa, rimane indietro rispetto al divano, non vede Ginevra, si guarda intorno, è sorpreso nel vedere la casa arredata.

ODOACRE: Ma che?!…

GINEVRA: (Si sveglia.) Mh?!

ODOACRE: Chi c’è? (Supera il divano, vede Ginevra.) Tu?!

GINEVRA: (Alzandosi di scatto.) Tu!

ODOACRE: Cosa ci fai qui?

GINEVRA: Cosa ci fai tu qui?! Non dovevi tornare tra un mese?

ODOACRE: Cosa vuol dire? Questa è casa mia.

GINEVRA: Lo so.

ODOACRE: E allora?

GINEVRA: Allora?! Tu non dovevi tornare adesso.

ODOACRE: Ho finito prima il lavoro ok?! Tu cosa ci fai qui?

GINEVRA: Ma cosa ti aspettavi? Non puoi fare una promessa a una donna e poi sparire!

ODOACRE: Quale promessa?

GINEVRA: Quando fai l’amore con qualcuno il tuo corpo fa una promessa.

ODOACRE: Eh?!

GINEVRA: Non puoi pretendere di entrare e uscire dalla vita di una ragazza senza conseguenze!

ODOACRE: Io ti ho cercata, sono andato in giro due mesi a cercarti, tu eri sparita!

GINEVRA: Mi hai cercata?!

ODOACRE: Sì.

GINEVRA: Due mesi?

ODOACRE: Più o meno.

GINEVRA: Oddio… Odoacre io. Io ero…

ODOACRE: Eri?

GINEVRA: La tua storia, la tua vita, la tua casa. Io sono rimasta affascinata dalle cose che mi hai detto e sono venuta qui.

ODOACRE: Perché?

GINEVRA: Volevo vedere come sarebbe stato vivere la tua vita.

ODOACRE: Vivere la mia vita?! Ok, ho capito: sei completamente pazza. Voglio te e questi mobili fuori da casa mia!

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Scena 18

La scena è la stessa della fine del primo atto.

ODOACRE: Ok, ho capito: sei completamente pazza. Voglio te e questi mobili fuori da casa mia!

Suonano al citofono. Ginevra va a rispondere.

GINEVRA: Sì?!

ODOACRE: Ah, rispondi pure!

GINEVRA: Vieni!

ODOACRE: Vieni?! Fai entrare gente in casa mia? Chissà cosa hai fatto in questi mesi.

Si sente bussare alla porta.

GINEVRA: Eccomi! (Va ad aprire.)

ODOACRE: Eccola! Ma guarda che situazione! Mannaggia a me e a quando racconto gli affari miei! Non potevo stare zitto, no! Dovevo per forza…

Entrano Ginevra e Ilaria.

GINEVRA: (Indicando Ilaria.) Guarda chi c’è!

ILARIA: Ciao.

ODOACRE: Ilaria?!

ILARIA: È un po’ che non ci vediamo. Come stai?

ODOACRE: Voi vi conoscete?

GINEVRA: Certamente.

ODOACRE: Ilaria io…

ILARIA: Ginni mi ha detto tutto.

ODOACRE: Ginni?!

ILARIA: Siamo diventate grandi amiche.

GINEVRA: Ci vediamo quasi tutti i giorni.

ODOACRE: Ascolta, non so cosa ti abbia raccontato ma non è…

ILARIA: Non ti devi giustificare. Hai seguito il tuo istinto.

GINEVRA: È stato coraggioso.

ILARIA: È stato l’amore, e sei stato ripagato. Te lo meriti. (Le viene da piangere.) Sì, te lo meriti!

ODOACRE: Ilaria…

ILARIA: No, scusate. Volevo solo passare a salutare Ginni e… Beh, devo andare. Ci sentiamo più tardi. (Esce.)

ODOACRE: (La segue con lo sguardo, poi si gira verso Ginevra.) Ginni? L’amore?!… Perché sento che mi sfugge qualcosa?

GINEVRA: Ecco, stavo per dirtelo, poi ha citofonato Ili e non…

ODOACRE: Ili?!

GINEVRA: Come ha detto lei: siamo diventate molto amiche!

ODOACRE: Ok. Ora dimmi quello che ho paura di sentire. Comincia dal principio e vai piano.

GINEVRA: Ci siamo conosciuti alla tavola calda…

ODOACRE: Questo lo so.

GINEVRA: Hai detto comincia dal principio.

ODOACRE: Voglio sapere come sei entrata in casa mia!

GINEVRA: Me ne avevi parlato, ero curiosa di vederla, sono venuta qui, da fuori era bellissima, come me la avevi descritta tu, ero curiosa di vedere anche l'interno ma tu non c’eri. Pensavo di andarmene, cercarmi un lavoro e un posto dove stare, te lo avevo detto che cambio città spesso, ma ho incontrato Ilaria.

PAUSA.

ODOACRE: E allora?!

GINEVRA: Ci siamo messe a parlare e io ero talmente curiosa di vedere la casa che ho pensato “magari lei può farmi entrare”.

ODOACRE: E basta?!

GINEVRA: Cos’altro?

ODOACRE: Tu, una perfetta sconosciuta, dici alla mia ex che vuoi vedere la casa e lei, che non ha neanche le chiavi, ti fa entrare?!

GINEVRA: Bruno aveva lasciato un mazzo di chiavi a casa sua.

ODOACRE: Casa di Ilaria, Bruno, le chiavi… Cosa vuol dire?

GINEVRA: Non poteva lasciare fuori tua moglie!

ODOACRE: …Le hai detto che doveva entrare mia moglie? Sanno tutti che non sono sposato, soprattutto la mia ex! Quindi ti sei portata dietro un’amica che dici essere mia moglie!

GINEVRA: Io sono tua moglie!

Suonano al citofono. Ginevra va ad aprire.

ODOACRE: Come?!

GINEVRA: (Risponde al citofono.) Sì?! …Vieni!

ODOACRE: Non è vero che sta succedendo a me. Non è vero.

GINEVRA: Guarda che è solo colpa tua.

ODOACRE: Non sono io quello che si è introdotto nella tua vita abusivamente.

GINEVRA: Ma nelle mie lenzuola sì!

ODOACRE: Consensualmente!

Si sente bussare alla porta.

GINEVRA: Eccomi!

ODOACRE: Eccola! Questo è un incubo!

Bruno entrano in scena, ha una busta in mano.

BRUNO: Fratellone! (Lo va ad abbracciare.) Non sapevo che fossi tornato!

ODOACRE: Sono arrivato ora.

BRUNO: È bello rivederti!

ODOACRE: Aspetta un momento. Tu la conosci?

BRUNO: Non volevo rovinarti il momento.

ODOACRE: Quale momento?

BRUNO: So che volevi dirmelo tu, volevi presentarmi la tua sposina! Ti dirò, all’inizio ci ero rimasto un po’ male, ma quando Ginni mi ha raccontato la vostra storia…

ODOACRE: Anche tu Ginni!

BRUNO: La mia cognata preferita!

ODOACRE: Bruno, so che è difficile da credere ma io…

BRUNO: Scusa se ti interrompo ma devo andare altrimenti faccio tardi al cantiere. (Passa la busta a Ginevra.) Qui c’è un po’ di verza della signora Pina. Dice che le sei troppo simpatica! Questa sera venite a cena da me?

GINEVRA: Ma certo!

BRUNO: Ci sentiamo dopo! (Esce.)

ODOACRE: La sua cognata preferita?

GINEVRA: Ha bei gusti!

ODOACRE: Sei amica anche della signora Pina?

GINEVRA: È una signora tanto dolce!

ODOACRE: Quante persone credono che sei mia moglie?

GINEVRA: Non lo so, non posso ricordarmi tutti.

ODOACRE: Io ti denuncio.

GINEVRA: Sono questi i motivi per cui finisce un matrimonio.

ODOACRE: Quale matrimonio?

GINEVRA: Il nostro! Era un matrimonio perfetto fino a che non sei arrivato tu a rovinarlo.

ODOACRE: Ti devono rinchiudere in manicomio e buttare la chiave!

GINEVRA: Sei un cretino! (Esce piangendo.)

ODOACRE: Brava vattene! Io vado a raccontare la verità a quelle persone. Vado a dire che sei una mitomane, che li hai raggirati tutti e poi ti denuncio!

Scena 19

Supermercato, posto di lavoro di Ilaria, lei entra in scena con la divisa da lavoro, ha uno scatolone, sta sistemando gli scaffali.

ODOACRE: Ciao Ila!

ILARIA: Sei venuto a fare spesa?

ODOACRE: No. Ti devo parlare.

ILARIA: Ora?

ODOACRE: Ora!

ILARIA: Sto lavorando.

ODOACRE: È importante. Si tratta di Ginevra.

ILARIA: Oh! …Prima di dire qualsiasi cosa devi sapere, me ne vergogno ma te lo devo dire, devi sapere che un po’ sono gelosa.

ODOACRE: Come?!

ILARIA: Ho avuto paura. È vero, prima o poi me la sarei dovuta aspettare una proposta di matrimonio, ma non me la aspettavo e quando è arrivata ho avuto paura.

ODOACRE: E di cosa sei gelosa?

ILARIA: Del vostro rapporto. Siete così belli insieme, si vede che vi amate.

ODOACRE: Si vede?!

ILARIA: Sì! In voi ho visto quello che saremmo potuti essere io e te… Se solo io avessi avuto più coraggio. Magari il coraggio che hai avuto tu la sera che vi siete conosciuti, quando hai pestato quei delinquenti, o quando le hai chiesto di sposarti al teatro davanti a tutti… Sono gelosa ma felice. Te la meriti quella ragazza e io ti devo lasciare andare. (Pausa.) Cosa mi volevi dire?

ODOACRE: Beh… Gelosa ma felice? (Ilaria annuisce, Odoacre non riesce a guardarla negli occhi, è perso.) Ecco, sono venuto per dirti… Per dirti… (La guarda finalmente negli occhi.) In realtà tra me e Ginevra non va bene come sembra.

Scena 20

Casa di Odoacre. Ginevra e Odoacre in scena.

GINEVRA: Cosa le hai detto?!

ODOACRE: Ascolta…

GINEVRA: No, no ascolta tu! Non puoi andare a dire alle mie amiche che sono una puttana!

ODOACE: Le tue amiche?

GINEVRA: Sì, io e Ilaria siamo amiche e tu le hai detto…

ODOACRE: Non è vero! Ho solo detto che tra di noi non va bene.

GINEVRA: Che sia chiaro: da quando sto con te non sono andata a letto con nessun altro.

ODOACRE: Noi non stiamo insieme.

GINEVRA: Per le persone di Massimina sì!

ODOACRE: Ginevra io volevo dire tutta la verità, farla finita con questa storia, ma quando ho sentito Ilaria che parlava di noi due, che è gelosa…

GINEVRA: È gelosa?

ODOACRE: Sì! Allora ho pensato: perché non sfruttare la situazione?!

GINEVRA: Sfrutti la situazione a mie spese?

ODOACRE: E tu sei in questa casa a mie spese!

GINEVRA: Finora ho pagato tutto! Bollette, mobili, tutto!

ODOACRE: No, ascolta! Puoi continuare a stare qui, tutto a spese mie!

GINEVRA: A sì? E in cambio cosa vuoi?

ODOACRE: Aiutami! Devo riconquistare Ilaria e con te ho qualche possibilità.

GINEVRA: Riconquistarla?! Credevo ti fosse passata!

ODOACRE: Ti prego!

GINEVRA: Ti devo aiutare passando per una che va con tutti?!

ODOACRE: Solo con il tuo ex storico, con Elpidio!

GINEVRA: Elpidio?! Ma che nome è?

ODOACRE: Lì al supermercato, mentre parlavo con Ilaria, eravamo vicino allo scaffale con le mozzarelle di Porto sant’Elpidio, parlando del tuo ex non mi veniva un nome così ho detto Elpidio!

GINEVRA: Elpidio, Odoacre… Sembro una attratta dai nomi assurdi!

ODOACRE: Così potrebbe sembrare.

GINEVRA: E ti ho tradito con lui?

ODOACRE: È stato solo un ritorno di fiamma temporaneo per il tuo ex storico. Una cosa nostalgica.

GINEVRA: Potevi inventare qualcosa di più originale?

ODOACRE: Questo mi è venuto in mente, io sono inesperto nel tuo campo.

GINEVRA: Nel campo delle bugie?

ODOACRE: Esatto.

GINEVRA: Io sarei una bugiarda?

ODOACRE: Vuoi dire il contrario?

GINEVRA: No!… Ma la prossima volta chiedi!

ODOACRE: Non mancherò! Ci stai?

GINEVRA: Non vedo il vantaggio. Alla fine di tutto io sarò quella cattiva che ti ha spezzato il cuore. Qui nessuno mi guarderà più come prima.

ODOACRE: Se va tutto come spero tu dovrai andare via.

GINEVRA: Ecco perché non vedo il vantaggio.

ODOACRE: Non sei tu quella che cambia continuamente città?!

GINEVRA: Ogni tre o quattro anni più o meno.

ODOACRE: Anticiperai un po’ i tempi.

GINEVRA: Anche se fosse, non vedo perché dovrei. Non hai nulla da offrire?

ODOACRE: Sei rimasta cinque mesi in casa mia.

GINEVRA: Stiamo parlando della mia reputazione, non bastano cinque mesi senza pagare l’affitto per compensare!

ODOACRE: Cosa vuoi?

GINEVRA: Iniziamo a contrattare? Mi piace!

ODOACRE: Spara!

GINEVRA: Pensavo che mi sarebbe sempre piaciuto e non mi sono mai potuta permettere un corso di salsa.

ODOACRE: Salsa?! Questa è la tua condizione?

GINEVRA: Per ora sì, però teniamo la trattativa aperta, potrebbe venirmi in mente qualcos'altro. E oltretutto devi venire anche tu, non posso andare senza un cavaliere.

ODOACRE: No. Non era prevista questa cosa e poi ai corsi di salsa è pieno di uomini non accompagnati. Io non vengo.

Musica salsa, Ginevra e Odoacre ballano. Finiscono con un casquè.

Scena 21

Casa Ilaria. Bruno e Ilaria si stanno rivestendo.

BRUNO: Te lo avevo detto: ormai funziono!

ILARIA: Per fortuna!

Pausa.

BRUNO: Ho un dubbio.

ILARIA: Ho paura dei tuoi dubbi.

BRUNO: Ormai possiamo dirlo in giro che…

ILARIA: Non ti azzardare a continuare. Non lo fare.

BRUNO: Perché?

ILARIA: È presto.

BRUNO: Come è presto?! Ancora?

ILARIA: Non capirebbe.

BRUNO: Ma amore…

ILARIA: Amore un corno! Ne abbiamo già parlato. Sai come è fatto…

BRUNO: Basta! Sono due anni che non state più insieme, due anni che mi ripeti che è presto, due anni che dici che non capirebbe. Basta! Lui si è anche sposato nel frattempo e io non posso dire che stiamo insieme?!

ILARIA: Hai alzato la voce?

BRUNO: Ho alzato la voce?

ILARIA: Hai alzato la voce!

BRUNO: Ho alzato la voce!

ILARIA: Ma come…

BRUNO: Zitta!

ILARIA: Zitta?

BRUNO: Mi sono stancato di fare tutto quello che dici tu. So prendere le mie decisioni da solo; e ho deciso che me ne vado! Addio! (Esce.)

ILARIA: (Lo segue con lo sguardo.) Ma, ma… (Gli urla dietro.) Stupido!

Scena 22

Cantiere, Bruno entra in scena con attrezzatura edile. Poco dopo entra Odoacre.

ODOACRE: Finalmente torniamo a lavorare insieme! Ti sono mancato?

BRUNO: Certo, come no.

ODOACRE: Cos’hai?

BRUNO: Ma niente… la colonna di scarico era messa… cioè con la braga non potevo… insomma, ho fatto un buco di muro così!

ODOACRE: Ok, ora sono seriamente preoccupato. Farfugli così solo quando è successo qualcosa di grosso.

BRUNO: Io sfruguglio? No, mai successo.

ODOACRE: No, eh? A sei anni, la prima volta allo stadio…

BRUNO: È successo solo in quell’occasione.

ODOACRE: A dieci anni quando papà portò a casa Buck.

BRUNO: Un bambino non si può emozionare per un cane?!

ODOACRE: A quattordici anni per la tua prima fidanzatina.

BRUNO: L’amore è una cosa bella!

ODOACRE: Sempre a quattordici anni, perché mollato dalla fidanzatina.

BRUNO: (Bruno si gira, elude lo sguardo di Odoacre.) Ma guarda come hanno sistemato la dima di quella caldaia, si vede da un chilometro che è fuori squadro!

ODOACRE: Ok ho capito, sei stato mollato.

BRUNO: Non possiamo parlare d’altro?!

ODOACRE: Ok, ok ho capito. (Pausa.) Ginevra mi ha detto che le chiavi di casa gliele ha date Ilaria perché tu le avevi lasciate a casa sua…

BRUNO: Siamo sul luogo di lavoro! Un po’ di professionalità! (Esce fintamente indignato.)

Scena 23

Ilaria è al supermercato, sta lavorando, è nervosa. Entra Ginevra.

GINEVRA: Ili!

ILARIA: (Scatta spaventata.) Ah!

GINEVRA: Tutto bene?

ILARIA: Ginni… sei tu!

GINEVRA: Sei tesa come una corda di violino. È successo qualcosa?

ILARIA: No, no. Nulla. Non è successo nulla! (Si gira verso lo scaffale. Esplode nervosa.) Ah! Lo sapevo, ho perso il conto!

GINEVRA: Ili scusa se ti ho fatto perdere il conto…

ILARIA: Ma no, non sei tu! È che questo periodo è tremendo, io…

GINEVRA: Tu… (Pausa.) Ili con me puoi parlare.

ILARIA: Non ero mai stata single, da quando iniziai a frequentare Odoacre a quindici anni non ero mai stata sola. Non so come gestirla!

GINEVRA: Ah… pensavo avessi imparato a conviverci ormai.

ILARIA: Ormai?

GINEVRA: Dopo due anni!

ILARIA: Due anni?!... (Si rende conto.) Due anni! Certo come passa il tempo. Io volevo dire che ancora non ho metabolizzato e…

GINEVRA: Stavi con un’altra persona e ti sei appena lasciata, giusto?

ILARIA: Veramente… non lo dire a Odoacre.

GINEVRA: Ma scherzi?! Perché dovrei? Chi era?

ILARIA: Br… (Sì blocca rendendosi conto dell’errore.)

GINEVRA: Br?

ILARIA: Ildebrando!

GINEVRA: E cosa c’entra “Br”?

ILARIA: Brando per gli amici!

GINEVRA: Ah… pure tu sei attratta da quelli col nome strano!

ILARIA: A quanto pare… Ti va se quando stacco ci andiamo a rilassare un po’?

GINEVRA: A disposizione!

Scena 24

Appartamento Ilaria. Ilaria e Odoacre sono in scena, Odoacre sta armeggiando con una presa elettrica.

ODOACRE: Brutte notizie.

ILARIA: Ovvero?

ODOACRE: L’impianto è compromesso, bisogna sostituire tutto, probabilmente dovrò aprire tutti i pavimenti.

ILARIA: Dici sul serio?

ODOACRE: (Ride, non riesce a trattenersi.) Ma no! Basta sostituire il frutto!

ILARIA: Il frutto? Sei passato da elettricista a fruttivendolo?

ODOACRE: La presa elettrica incassata nel muro, quello è un frutto.

ILARIA: Se lo dici tu…

ODOACRE: Come se fosse la prima volta che te lo dico. Chissà perché non ti è mai entrato in testa. Hai una pezzetta? Uno straccio?

ILARIA: Penso di sì (Esce a cercare lo straccio.)

ODOACRE: Sai che mi piace lavorare pulito e averti sporcato la placchetta della presa mi manda fuori di testa.

ILARIA: (Rientra portando una felpa.) Ecco.

ODOACRE: Una felpa?

ILARIA: Avevo solo questa.

ODOACRE: Ok… (Pulisce la placchetta.) Dai che ti è andata bene, non è sempre così facile risolvere… (Guarda bene la felpa.) Ma è la felpa di Bruno?

ILARIA: (Allarmata.) Come? Ma no, cosa dici. Non può essere.

ODOACRE: No?!

ILARIA: Certo che no.

ODOACRE: Sai che è un po’ che ti volevo chiedere quella storia delle chiavi…

ILARIA: Storia? Quale storia. Non capisco.

ODOACRE: Sì, Ginevra che è entrata in casa mia… perché tu le hai dato il doppione che Bruno aveva lasciato qui da te.

ILARIA: Ah, quella storia. Nemmeno la ricordavo. E tu ci pensi ancora?

ODOACRE: Mi suona così strano…

ILARIA: Suona! Ecco cos’altro ti dovevo fare vedere. Non funziona bene il citofono, quando spingono il pulsante rimane a suonare fino a che non stacco la corrente. Un vero incubo!

ODOACRE: Vuoi che…

ILARIA: Sì, meglio dargli subito un’occhiata! (Esce.)

Scena 25

Casa Odoacre. Ginevra entra in casa, si siede sul divano e sbuffa.

GINEVRA: Dura la vita matrimoniale! (Guarda verso la cucina.) È sempre stata così lontana la cucina?… Oh, beh! Sta bene lì! (Si sdraia sul divano e sbuffa.)

Si sente il rumore delle chiavi che aprono la porta. Entra Odoacre con due cartoni della pizza.

ODOACRE: Ciao! (Si guarda intorno.) C’è nessuno?

GINEVRA: (Alza la mano dal divano.) Sì?!

ODOACRE: (Supera il divano.) Ciao!

GINEVRA: (Senza guardarlo.) Ciao. Sono appena arrivata, non ho avuto tempo per fare nulla.

ODOACRE: Ti va una pizza? Avevo voglia di pizza così mi sono fermato…

GINEVRA: Hai preso la pizza?

ODOACRE: Sì.

GINEVRA: Davvero?

ODOACRE: Ho preso la margherita, ma se vuoi in frigo ci sono affettati, formaggio, carciofini…

GINEVRA: La margherita va benissimo. (Pausa.) Mi hai preso la pizza!

ODOACRE: Ho fatto male?

GINEVRA: Per niente!

ODOACRE: Domani viene Ilaria.

GINEVRA: Ah già…

ODOACRE: Sei pronta a farlo?

GINEVRA: Certo!… Posso chiederti una cosa?

ODOACRE: Dimmi.

GINEVRA: Perché Ilaria? Voglio dire: come mai ti sei innamorato di lei? Siamo diventate amiche, ok, ma non state bene insieme.

ODOACRE: Come fai a dirlo?

GINEVRA: Vi ho osservati, non combaciate.

ODOACRE: Nessuno combacia mai perfettamente.

GINEVRA: Voi proprio per niente!

ODOACRE: In questi due anni che sono stato a Milano ci ho pensato e sono arrivato a diverse conclusioni tipo: è tutta abitudine e zero sentimento. Oppure: è solo una fissazione. O anche: ho paura di altre storie con altre donne. E tutta una serie di ipotesi simili, ma la verità è una sola: io e lei dobbiamo stare insieme.

GINEVRA: Perché?

ODOACRE: Deve esserci per forza un perché?

GINEVRA: Come ti pare!

ODOACRE: Tu allora? Non ti sei mai chiesta perché cambi sempre città?

GINEVRA: So perché lo faccio.

ODOACRE: Perché hai paura di creare un legame!

GINEVRA: Tu hai paura di cambiare!

ODOACRE: E tu… Tu… Tu… Niente, siamo troppo diversi.

GINEVRA: O forse complementari.

ODOACRE: Vedi! Io dico diversi e tu complementari. Non possiamo andare d’accoro... No, non riuscirò mai a capirti.

Scena 2X

Casa Odoacre. Ginevra, Ilaria e Odoacre bevono un aperitivo.

ILARIA: E pensa che fino ai diciotto anni non beveva.

GINEVRA: Davvero?!

ILARIA: Diceva che alterava le sue capacità di gioco.

GINEVRA: Che gioco?

ILARIA: Giocava a pallamano. Non te lo ha detto?

GINEVRA: No!

ODOACRE: (Inizialmente un po’ spazientito, poi giocando.) Certo che te l’ho detto, sei tu che non ascolti.

GINEVRA: Ah, io non ascolto?

ODOACRE: (Sempre giocando.) Mai!

GINEVRA: (Alterata.) Sei veramente un cretino!

ODOACRE: Cretino?!

GINEVRA: Sì, un cretino snervante!

ODOACRE: (Cerca di calmarla.) Non mi sembra il caso… Ginni.

GINEVRA: Ginni un corno! C’è sempre qualcosa che non va in me. Sono sempre io quella sbagliata.

ILARIA: Forse è meglio che vada…

ODOACRE: Ma cosa stai dicendo Ginni!

GINEVRA: Basta con questo Ginni!

ODOACRE: (Sbotta.) Perché devi fare così?! Sembra un incubo. Prima eri un’altra persona, cosa è successo?

GINEVRA: Cosa è successo a me?! Tu sei cambiato.

ODOACRE: Elpidio allora?! Hai aspettato che ci sposassimo per farlo!

ILARIA: Devo proprio andare…

GINEVRA: Invece tu rimani!

ILARIA: Io non c’entro nulla con queste…

GINEVRA: Invece sì! Parlava sempre di te, solo di te, esistevi solo tu! Tu sei il “grande amore della sua vita”. Io cosa avrei dovuto fare?

ODOACRE: Elpidio è stata la scelta migliore!

GINEVRA: E certo; sempre mia la colpa deve essere. (Esce.)

Pausa. Ilaria e Odoacre si guardano imbarazzati.

ODOACRE: Scusa.

ILARIA: Non credevo che tu… È vero quello che ha detto?

ODOACRE: Io… Non so cosa dirti.

ILARIA: (Si avvicina a Odoacre, lo abbraccia.) Mi dispiace, non potevo saperlo.

ODOACRE: No. Non è colpa tua. È solo colpa mia, scusami. (Le da un bacio sulla guancia.) Scusa. (Le da altri baci sulla guancia mentre le parla. Lentamente si avvicina alla bocca.) Scusa, scusa, scusa…

ILARIA: (Non fa resistenza.) Sì! Sì… Sì…

ODOACRE: NO!

ILARIA: No?!

ODOACRE: Non possiamo! Non qui, non così. Lei non se lo merita.

ILARIA: Ma lei lo ha fatto!

ODOACRE: Hai… Hai ragione, ma io non posso.

ILARIA: Beh allora…

ODOACRE: (Le copre la bocca con un dito.) Devi andare… Tra noi può esserci ancora qualcosa, ma deve essere migliore di così.

ILARIA: Sì. È vero!

ODOACRE: Ciao! (L’accompagna verso l’uscita.)

ILARIA: Ciao! (Esce.)

GINEVRA: (Rientra di soppiatto.) Allora com’è andata?

Odoacre abbraccia Ginevra, poi esce trionfante. Ginevra rimane da sola, piange.

Scena 2X

Cantiere. Bruno entra in scena, è confuso.

BRUNO: La chiamo?… No, non la chiamo. Sono stato duro ma è stata la decisione migliore. Io non voglio continuare a fare lo zerbino, io non sono uno zerbino… Non la chiamo. Ero assuefatto; ma mi sono risvegliato. Ora mi devo disintossicare: per un po’ non la devo vedere!

ODOACRE: (Entra, vede Bruno.) Ohi! Domani sera sei a cena da me?

BRUNO: Certo! Chi c’è?

ODOACRE: Io, te, Ginevra e Ilaria!

BRUNO: Ilaria?

ODOACRE: Sì!

BRUNO: Ah!

Scena 2X

Casa Odoacre. Ginevra e Odoacre sono seduti sul divano.

ODOACRE: …E chi ci ha fatto da testimone?

GINEVRA: Alcuni amici di Milano, che tra l’altro erano gli unici a sapere del matrimonio.

ODOACRE: I tuoi genitori ora lo sanno?

GINEVRA: Lasciamo perdere. Piuttosto decidiamo dove abbiamo fatto il pranzo.

ODOACRE: No aspetta, devo sapere dei tuoi genitori voglio arrivare preparato a domani.

GINEVRA: Non possiamo essere andati in pizzeria, che ne dici di in un ristorante sul lago di Como?

ODOACRE: Stavamo parlando dei tuoi genitori.

GINEVRA: Tu stai parlando dei miei genitori, non io.

ODOACRE: Volevo solo sapere…

GINEVRA: Cosa? Cos’è che vuoi sapere? Tanto anche se lo sapessi non potresti capire.

ODOACRE: Se mi dai la possibilità posso provare.

GINEVRA: Ti annoieresti.

ODOACRE: Voglio annoiarmi.

GINEVRA: E va bene. Ma io ti ho avvertito. Quando avevo quattordici anni mio padre ha lasciato mia madre per un’altra donna. Mamma, che è sempre stata una donna molto fragile, è caduto in depressione. Mi sono occupata di lei per due anni, fino a quando non ce l’ho fatta più e l’ho dovuta far ricoverare. (Cambia, fintamente spensierata.) Così eccomi libera di poter andare dove voglio.

ODOACRE: E ti senti in colpa.

GINEVRA: No. Perché dovrei?

ODOACRE: Eri una bambina. Ti sei trovata da sola in una situazione difficile; è per questo che ti sposti spesso, vero?

GINEVRA: (Dispiaciuta.) Scusa. Non avrei dovuto dirti nulla.

ODOACRE: Non è colpa tua.

GINEVRA: Non lo avevo mai detto a nessuno. (Odoacre la abbraccia.) Racconto altre vite per non ricordare la mia. Tengo le persone a distanza per non legarmi. È anche per questo che cambio spesso città, così posso cambiare vita.

ODOACRE: Questa volta ti è andata male però: ti sei sposata!

Ridono.

GINEVRA: Sono stata fortunata invece. Tu sai ascoltare. (Si guardano negli occhi, sono molto vicini, sorridono.)

Scena XX

Casa Odoacre. Sono tutti seduti a tavola per la cena. Ilaria e Bruno stanno parlando. Ginevra e Odoacre sono in imbarazzo.

ILARIA: La caccia selettiva è una barbarie. Come fai tu a decidere chi deve vivere e chi deve morire? È un po’ come giocare a fare Dio!

BRUNO: Lo fanno per il bene della specie.

ILARIA: È un bene ucciderli?

BRUNO: Ti sembrerà strano ma sì, lo è.

ILARIA: Come può esserlo?

BRUNO: Il sacrificio di alcuni per il bene di tutti.

ILARIA: Vedi che ti contraddici! Se alcuni si sacrificano non può esserci il bene di tutti!

BRUNO: Non puoi salvare tutti.

ILARIA: E se fossero esseri umani?

BRUNO: Sarebbe la stessa cosa.

ILARIA: Tu uccideresti un essere umano?

BRUNO: Io no!

ILARIA: Lo vedi: ti contraddici! Ti contraddici sempre!

BRUNO: Io non mi…

ILARIA: Cento esseri umani e una stanza dove possono stare solo in cinquanta. Come decidi chi sta dentro e chi sta fuori? Gli altri cinquanta li fai morire?

BRUNO: A volte bisogna fare delle scelte drastiche ma necessarie.

ILARIA: A sì?

BRUNO: Meglio cinquanta esseri umani vivi o cento esseri umani morti?

ILARIA: Potevi costruire una stanza più grande!

BRUNO: Non è questa la scelta che mi hai dato!

ILARIA: Sei un mostro!

Pausa. Ilaria e Bruno non si guardano, Ginevra e Odoacre si guardano interrogativi.

GINEVRA: (Per cambiare discorso.) Per il viaggio di nozze siamo stati in Australia!

ILARIA-BRUNO-ODOACRE: Australia?!

Ilaria e Bruno guardano Odoacre interrogativi.

ODOACRE: Australia!

BRUNO: Quando?

ODOACRE: Dopo il matrimonio!

BRUNO: Quanto siete stati?

ODOACRE: Una settimana…

GINEVRA: Un mese!

BRUNO: Una settimana o un mese?

ODOACRE: Un mese. Dicevo: cosa ci vai a fare in Australia solo una settimana?! Non la puoi mica vedere tutta!

BRUNO: E come hai fatto con il lavoro?

ODOACRE: Ho preso le ferie. Che domande! Ne avevo ancora parecchie da consumare!

ILARIA: (A Odoacre.) Bella l’Australia. Uno dei posti che avremmo dovuto visitare insieme.

GINEVRA: Ah, anche quella! Non ti basta quello che mi hai fatto fin’ora?! Anche il viaggio di nozze mi vuoi rovinare?

ODOACRE: Non questa sera. Ginni ti prego…

GINEVRA: (Dicendo la battuta si allontana dando le spalle a tutti, comincia a piangere.) No! Basta con le giustificazioni a tutte le bugie che mi hai raccontato. Non puoi vivere con me la vita che avevi programmato con lei. Basta! Io non ce la faccio a continuare così. Non posso essere il chiodo che scaccia il chiodo!

Odoacre si gira a guardare Ilaria e Bruno, fa segno di aspettare, Ilaria si avvicina e gli prende la mano, lui le fa segno di no, Ilaria torna indietro. Odoacre si avvicina a Ginevra, le rimane a fianco senza guardarla, le parla sottovoce per non farsi sentire.

ODOACRE: Bravissima! Sei un genio! (Si gira a guardare Ilaria e Bruno con aria sconsolata, poi torna verso Ginevra.) Non so come ti sia venuta in mente l'Australia ma è stato spettacolare. Mi hai aiutato tantissimo. Sei stata fantastica. Questo è il colpo di grazia che serviva. (Guarda nuovamente Ilaria e Bruno, poi torna verso Ginevra.) Sei la regina, anzi l’imperatrice delle cazzate!

Ginevra si gira, gli da uno schiaffo poi esce piangendo. Ilaria si avvicina a Odoacre, gli mette una mano su una spalla.

ODOACRE: (Si gira a guardarla.) Ila io… Non volevo che assistessi a tutto questo.

BRUNO: Credo che andrò!

ILARIA: Vuoi rimanere solo?

ODOACRE: No.

Ilaria e Odoacre si abbracciano, Odoacre rimane fronte pubblico, Ilaria di spalle. Lui ha inizialmente un’espressione soddisfatta, poi si trasforma in pensierosa.

BRUNO: Io vado.

ODOACRE: (Si stacca da Ilaria.) Aspetta! (Bruno si ferma.) Perché hai lasciato le chiavi di casa mia da Ilaria?

ILARIA: (A disagio.) Ma come ti viene una domanda del genere adesso? (Prova ad abbracciare di nuovo Odoacre che si stacca.)

ODOACRE: (A Bruno.) Rispondi.

ILARIA: Dai Odoacre…

ODOACRE: Ila zitta! (A Bruno.) Rispondi!

ILARIA: Zitta? Zitta?! Mi dici di stare zitta?!

BRUNO: Zitta! Te lo volevo dire da un po’, stupidamente non l’ho fatto. Io e Ilaria stavamo insieme.

ILARIA: Bravo, complimenti. Ti dico di non dire una cosa e tu la dici. Hai rovinato tutto, come al solito…

BRUNO: (Alzando la voce.) Ho detto zitta!

Pausa. Odoacre li guarda, scoppia a ridere ed esce. Ilaria e Bruno lo guardano uscire di casa, poi si guardano, si fissano negli occhi. Si baciano.

Scena XX

Esterno casa Odoacre. Ginevra sta andando via, Odoacre la raggiunge.

ODOACRE: Non te ne puoi andare.

GINEVRA: Posso e me ne vado.

ODOACRE: E mi lasci così?

GINEVRA: Avevamo un accordo, ora è finita quindi ti lascio. Spero che questo divorzio non ti segni troppo. Goditi la tua vita. Addio! (Fa per andarsene ma Odoacre la blocca.) Cosa fai?!

ODOACRE: Ho mandato a quel paese Ilaria!

GINEVRA: Come?! No! Dopo tutto quel casino? Tu sei un disastro.

ODOACRE: Io non voglio lei, voglio te! Scusa se te lo dico così, scusa se non me ne sono accorto prima ma…

GINEVRA: Odoacre smettila! Questa è solo paura di affrontare la situazione. Finalmente hai quello che volevi ma hai paura e non lo accetti.

ODOACRE: No. Ho ripensato a tutto quello che mi hai detto in questo periodo e ho capito che hai ragione: io e lei non c’entriamo nulla!

GINEVRA: Scusami ma devo andare. (Lo supera e si avvia.)

ODOARE: E finisce così?!

GINEVRA: (Si ferma, senza guardarlo.) Non è mai iniziata!

ODOACRE: E la tavola calda, i ragazzi che ti hanno aggredita, l’atelier, il teatro… tutto questo non significa niente per te?

GINEVRA: Ma cosa stai dicendo?!

ODOACRE: Non te lo ricordi cosa è successo quella sera dopo il teatro?

GINEVRA: Odoacre…

ODOACRE: Tu sul palco hai iniziato a ridere e mi hai abbracciato ma non mi hai detto di sì; così il giorno dopo mi sono presentato a casa tua con una rosa, ma tu niente. Il giorno dopo ancora sono tornato con cento rose e tu ancora niente. Al terzo giorno ho fatto riempire le scale del tuo palazzo di rose, ho bussato alla porta, mi sono fatto trovare in ginocchio e ho detto… Ho detto…

GINEVRA: Hai detto?

ODOACRE: “Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata nella vita, non posso lasciarti andare via così”. E solo dopo tu mi hai detto sì!

GINEVRA: …No

ODOACRE: No?!

GINEVRA: No. Non ho mai detto sì. (Pausa.) Ho detto “Tu sei matto! Ed è per questo che devo stare con te!” (Si baciano, sale la musica. Dopo un po’ la musica si interrompe bruscamente, Ginevra si stacca da Odoacre) Sì!

FINE