ARRENDITI O RIFLETTI
Cammino per la mia strada, con lo zaino sulle spalle. Non sono sicura di preciso come sarà domani, ma non mi importa, alla fine lo zaino non è così pesante. A volte mi fermo durante il cammino, ho bisogno di una breve pausa…ma poi continuo il tragitto a piccoli passi. Ogni tanto incontro degli ostacoli, ma riesco a superarli dopo un po’di tempo.
Il tempo passa, lo zaino si fa più pesante. Non voglio lasciarlo sulla strada, è diventato parte di me.
Mi fermo un’altra volta per riflettere per quanto ancora possa portare questo zaino; la verità è che non c’è una risposta esatta. Non saprò mai per quanto tempo lo terrò, non saprò mai se il carico mi sarà d’aiuto o diventerà il mio peggior nemico. L’unica verità che so per certo è che mi sono stancata di cercare una risposta a tutto.
Adesso non mi importa più per quanto ho camminato, voglio cambiare percorso, ho voglia di un viaggio più emozionante, voglio sentire l’andrenalina. Faccio una pausa per riflettere dove andare. Senza pensarci troppo a lungo, riparto. Questa volta seguo solo il mio istinto.
È un percorso in salita, ma sono più forte di quel che pensavo. Non ho conosciuto molte persone interessanti al momento, ma non m’interessa: voglio solo andare avanti.
Il tempo passa, inizio a sentire il peso dello zaino e del tempo. Mi guardo attorno confusa, non so quale strada scegliere. So che la peggiore scelta è non scegliere, ma allo stesso tempo non riesco a trovare una decisione in mezzo a questa indecisione. Mi fermo un altro po’ e rifletto dove andare.
Capisco che strada intraprendere, mi sono fatta le ossa dopo tutti questi alti e bassi. Penso di conoscere il sentiero a memoria, ma ecco che cado di nuovo. Mi rialzo, curo le ferite e riparto.
Comincia ad esserci buio, decido di chiedere informazioni stradali ad un poliziotto nei paraggi. Gli dico di non riuscire a trovare il mio cammino. Lui mi sorride e risponde: “Se non stai trovando la tua direzione ancora adesso, rinuncia!” Guardo il poliziotto con stupore. “Scusi?” rispondo sbalordita. “Sono molto confusa adesso. Perché dovrei rinunciare?”
“Sei confusa e ti stai chiedendo perché lo sei. Cammini con uno zaino pesante senza riflettere se ti sta facendo soffrire. Oppure, sei felice di portare quel peso con te? Non sai distinguere una mera illusione di felicità dalla gioia incondizionata”
“Non so ancora per quanto tempo potrò portare questo zaino. Quello che so per certo, è che scegliere mi è molto difficile” rispondo seria “Voglio andare avanti. Sono la creatrice di questo viaggio, e posso scegliere dove andare. Non sto viaggiando per ritrovare vecchi ricordi. Odio la nostalgia, e non sono una turista nel mio passato.”
“Allora dimentica il tuo passato e getta lo zaino” risponde subito il poliziotto. “Non scegliere che la storia si ripeta. Non scegliere di non imparare dai tuoi errori. Non scegliere compromessi di ciò che ottieni, invece di raggiungere ciò che hai sempre sperato. L’unica cosa certa è che moriremo un giorno. Meglio rendere la vita piacevole e completa.”
Non so cosa dire. Ringrazio il poliziotto per i suoi consigli e mi allontano.
Cammino nel bosco, ma voglio uscire. Il poliziotto aveva ragione: se qualcosa provoca sofferenza, dovrei lasciarla andare. Voglio separarmi da ciò che non mi appartiene più, come questo zaino. Esausta, lo getto in un torrente. Mi sento molto più leggera adesso. Mi incammino nuovamente, pronta ad affrontare ciò che mi sta aspettando al di fuori di questo bosco.